Category Archives: Learning object

Interazioni didattiche

Creare interazioni semplici ma efficaci: un’ impresa, considerando che spesso le difficoltà di progettazione e produzione  non sono ripagate da un’effettiva efficacia didattica. Esistono però eccezioni, come questa pagina del New York Times, dove un concetto complesso  non viene spiegato, ma solo dimostrato.

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Is better to buy or Rent?

 

 

 

 

 

 

L’utente interagisce direttamente con il grafico, valutando così il rapporto tra valore dell’immobile e quello della rata del mutuo. Unico limite: non sono previste le crisi immobiliari (l’articolo del resto è di aprile 2007…)

Editoria didattica e Learning object

ImmagineE’ vero: la discussione Produzione di LO multimediali in Orientamenti e Disorientamenti è stata molto interessante.

Qui Gianni ne propone una breve sintesi. Un paio di note a completare l’articolo:

1. I learning object non garantiscono l’apprendimento: solo le attività didattiche possono offrire questa garanzia.

2. I learning object possono essere assimilati ad una sorta di “Editoria didattica“: ho apprezzato molto questa definizione proposta da Gianni. I Learning Object hanno molto a che vedere con la “comunicazione”: una comunicazione che prende spunto dalla didattica, non solo integrando quiz e interazioni, ma adottando un particolare tipo di esposizione. Editoria didattica appunto.

3. Molte definizioni di Learning Object servono a poco, se non a provocare flagelli teorici: durante la discussione Antonio indica un ottimo documento di Wiley, che fa il punto sulla situazione. Un buon spunto di riflessione.

4. Italo segnala la questione della riutilizzabilità e – soprattutto- della riadattabilità dei corsi. Oggi come oggi, molti corsi non sono nè riutilizzabili e riadattabili: un limite che può essere superato come dimostrano Connexion e Openlearn. Qui ne parlo.

La discussione si è fermata a quota 66 interventi, parecchi. Gianni ha già formulato la prossima -e molto interessante- domanda:

Qual’è il miglior utilizzo per le risorse didattiche digitale in un corso online?

2007

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Finisce l’anno: il momento migliore per fare il punto della situazione, con un bilancio del 2007. E voi di cosa avete parlato quest’anno?

I Post del 2007

La conquista dello spazio

Tarkosky, Kubrik, internet e l’intelligenza artificiale

L’ Economist e le tecnologie didattiche

Uno dei dibattiti più interessanti quest’anno. Sono utili le tecnologie nell’educazione?

CRASH COURSE IN LEARNING SUMMARY e Chaty moore: Dump the drone

Due ottime presentazioni sulla progettazione elearning (il primo tradotto in italiano). Da sommara al recente Clive Sheperd: 60 minute master

Openlearn

OER (Open educanional Resouces) della Open University. Da visitare.

Fumetti educativi

Un tocco umano ai propri corsi? Lo staff grafico di SUN offre queste immagini con licenza creative commons.

Podcast e Roma

Gli ottimi podcast di storia di Laterza: i migliori ascoltati quest’anno

Mappe xxl

Poster concettuali

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I software del 2007:

Launchy (Dimenticare il pulsante Start)

Windows Live writer

StumbleUpon ( Serendipity totale)

 

Ok finito. Buon Anno a tutti!!

 

Openlearn: semplice ma efficace

Ultimamente, mi capita di vistare i corsi Openlear. Scoperti -o meglio = riscoperti- durante le attività del corso open education (week 5), i corsi Openlearn sono molto interessanti, coprono numerosi argomenti e, per completare il quadro, sono inseriti in un ambiente di apprendimento ricco di accessori e interattivo. Il loro carattere distintivo è l’assenza di elementi multimediali e grafici, che lasciano spazio invece a una progettazione accurata ed efficace, tutta centrata a stimolare la riflessione nell’utente. Ovviamente questi limiti non sono legati solo a fattori esclusivamente didattici: software, tempi di produzione, standard, cotringono il modello didattico.

Ma rimane un fatto: i mater Continue reading

L’elefante e i learning object

Gianni riprende la discussione sui Learning Object e fa il punto della situazione: lo ringranzio.
Dopo aver letto il suo post ho iniziato a scrivere una risposta, perdendo un pò di tempo: troppe idee contorte, troppe frasi mozze, troppe argomentazioni annebbiate. E’ meglio se dico quello che effettivamente penso: un’opinione personale e poco “scientificamente giustificata” ma almeno chiara.

 

L’analisi di Gianni, è condivisibile ed esatta, forse un pò troppo teorica. Cosa sono i Learning Object? Aldilà di definizioni teoriche, più o meno esiste un modello di riferimento, uno “stampo” che viene ricalcato nella loro produzione.

Un Learning Object è composto da una serie di pagine web, da fruire in modo sequenziale. I contenuti di ogni pagina, sono organizzati in modo semplice e chiaro, spesso accompagnati da immagini e animazioni, ancora meglio se ci sono interazioni e una voce audio narrante che accompagni il video. Infine la fruizione del corso viene tracciata, vale a dire esiste un sistema che annota le pagine visitate dall’utente, i risultati dei test ect. Questa funzione è svolta dalla piattaforma, un portale dove sono contenuti i corsi così creati, che in genere offre anche altre funzioni (forum, documenti ect..)

I Learning Object dovrebbero essere rivolti al contesto aziendale, per offrire una formazione di base, schematica e non approfondita -legislazione, normative, procedure- o come introduzione ad altri interventi formativi. Le loro caratteristiche dovrebbero semplificare lo studio dei materiali, rendendo più leggera la fruizione: la loro efficacia formativa di conseguenza è bassa. Questo compromesso può essere in accordo con l’obiettivo di raggiungere persone che probabilmente non hanno il tempo, le energie o la voglia di eseguire uno studio più impegnativo.

Probabilmente questa descrizione è parziale e superficiale: a completarla esistono studi, analisi e standard che in passato hanno permesso previsioni di utilizzo ottimistiche, poi rivelatasi sbagliate. E proprio in funzione di queste previsioni che è stato decretato il loro fallimento –qui c’è un post a riguardo-. L’idea che i LO potessero sostituire l’insegnate, delegando al materiale didattico l’intero processo formativo, automatizzandolo e rendendolo autosufficiente è stato il principio di fondo -errato- che in parte ha condotto a questa disfatta. Forse i LO dovrebbero essere considerati come semplice risorsa didattica con proprie caratteristiche peculiari.

Rimane aperta la questione dei costi: se sviuppati adeguatamente i LO hanno un costo molto elevato. Ma questo problema richiede forse l’analisi del contesto dove devono essere applicati ed il confronto con l’efficacia e i costi di altri interventi formativi.

La mia impressione di fondo –questa è un’opinione molto personale– è che tutti questi studi, standard, deliri teorici ect- gli stessi che poi hanno fomentato le previsioni errate – siano riusciti ad “ingessare” anche l’evoluzione dei LO, impedendo sinergie con altri strumenti oggi disponibili: proprio i LO potrebbero essere un mezzo per far entrare gli strumenti 2.0 nella formazione aziendale, magari in modo graduale e semplificato. Ma ad occhio, questo passaggio sarà duro considerato “l’elefante” che si portano dietro. Ma questa è solo un’opinione personale, magari totalmente sbagliata.