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socialnursery

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Il post che pubblico oggi è una case history raccontata direttamente dal suo protagonista. Federico Monaco è docente a contratto dell’Università di Parma per l’insegnamento di sociologia della salute. Utilizzando semplicemente la piattaforma e-learning dell’università basata sul noto CMS open source Moodle integrato con alcuni gruppi e attività sui social network ha dato vita ad un’interessante sperimentazione didattica che ha coinvolto 160 studenti iscritti al primo anno di scienze infermieristiche. Il corso si chiama #socialnursery e prevede un’attività di blended learning (parte in aula e parte online).

Una attività per la track III (quella per accedere alla prova d’esame da 30/30) consiste nella traduzione collaborativa di testi, saggi e risorse multimediali in inglese e francese e la loro pubblicazione nell’ambiente wiki del corso.

e-learning LAB – Mometto – Futuri infermieri studiano la salute come fenomeno sociale online

MOOC e l’addio alla valle delle disillusioni

La co-fondatrice di Coursera, Daphne Koller, rilascia un’intervista dove parla di MOOC, della loro crescita, sia dal lato dell’offerta (corsi sviluppati), che da quello della domanda (nuovi utenti). Un trend positivo che fa capire quanto questa metodologia si stia affermando nell’ambito formativo.

If you think about the “Gartner Hype Cycle,” I think we’re emerging from the “trough of disillusionment.”

29elode

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Lezioni per studenti, universitari e non, a un prezzo contenuto, efficaci e comprensive di esercizi e soluzioni. In linea con fenomeni recenti quali i MOOC, i corsi online con migliaia di studenti da tutto il mondo che hanno ricevuto tante attenzione poco tempo fa, oppure con le università italiane online, oggetto di una recente indagine di valutazione, 29elode offre un catalogo di oltre 20 corsi su innumerevoli argomenti, dalla matematica all’economia, dalla fisica alla filosofia.

Un corso completo ha una durata di circa 30 ore e permette di accedere a brevi videolezioni, ciascuna di 15 minuti circa. Chiare ed efficaci, molte lezioni possono essere consultate gratuitamente sul canale pubblico di Youtube.

L’iniziativa va seguita con interesse: se si dimostrasse efficace, potrebbe svilupparsi ed intercettare esigenze formative differenti, ad esempio la formazione professionale, oppure quella personale, oppure ancora quella tecnica.

Qualche numero sui MOOC

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Coursera – Acquires $43M in additional funding (July 10)
Brightbytes – $2.5M in new funding (July 15)
Desire2Learn – Opening a US Base in Boston after acquiring $80M in funding (July 15)
Engrade – Lands $5M in funding (July 3)
Top Hat Monocle – Closed an $8M round of funding (Sept. 2012)
Lumos Labs – Pulls in $31.5M in funding (Jan. 2013)

http://www.evenfromhere.org/2013/07/22/education-and-venture-capital-funding/

Ci sono MOOC e MOOC

I MOOC rappresentano una importante novità nella formazione a distanza, come dimostrano i tanti articoli pubblicati su riviste e quotidiani (internazionali, in italia se ne è parlato poco purtroppo).  Se questo fenomeno non ha portato particolari innovazioni a livello metodologico, ed infatti le strategie didattiche applicate a questi corsi sostanzialmente non divergono da quelle già utilizzate normalmente nei corsi elearning, la vera novità sono i numeri raggiunti da queste iniziative: parliamo di migliaia di utenti, a volte oltre a 50.000 iscritti per ogni corso. Simili numeri hanno destato l’interesse di numerosi soggetti: a partire dalle università, che intendono ampliare la propria offerta formativa valorizzando le attività formative online, fino alle internet company, che intendono applicare a questo nuovo settore l’esperienza consolidata in altri campi del business online.

Le critiche ai MOOC sono molte e spesso giustificate: modelli didattici tradizionali e poco innovativi, alto livello di insuccesso formativo, obiettivi reali ben diversi dalla tanto decantata democratizzazione della formazione. Non ultimo il forte sospetto che sia in atto una privatizzazione della formazione, come ben dimostra la nascita di tanti soggetti privati che affiancano e supportano le università nell’erogazione dei corsi MOOC, soggetti che in seguito potrebbero esercitare un ruolo predominante nella gestione delle attività.  Infine, se queste iniziative avranno ampia diffusione, potrebbe verificarsi una sorta di colonialismo culturale, con le università nazionali relegate a un ruolo marginale nelle attività formative.

Ma è innegabile che la presenza di numerosi soggetti, che collaborano e competono tra loro  in uno scenario instabile e dinamico, favorisca il confronto tra modelli formativi differenti, e permetta di individuare le strategie didattiche più efficaci ed efficienti, stimolando e guidando la discussione scientifica in materia. Non sono semplici congetture, ma fenomeni che si stanno già verificando anche se in modo parziale e marginale. Le recenti scelte dell’ università americana di San Jose potrebbero inserirsi in questa prospettiva, rappresentando un primo segnale di una tendenza che si diffonderà in tutto il settore.

Attualmente l’università di San Jose collabora con due piattaforme MOOC: Edx e Udacity. Dopo aver avviato alcuni progetti pilota, ha recentemente annunciato la sospensione della collaborazione con Udacity, confermando invece le attività con Edx. I risultati didattici ottenuti, variavano a seconda della piattaforma utilizzata. L’articolo purtroppo non riporta nessuna riflessione didattica a riguardo e si limita invece a segnalare alcune dfficoltà organizzative che avrebbero potuto condizionare gli esiti dei percorsi formativi. A questo punto un’analisi critica della vicenda da parte di Udacity potrebbe essere necessaria, anche solo per limitare ulteriori defezioni e consolidare le collaborazioni attive.

After six months of high-profile experimentation, San Jose State University plans to “pause” its work with Udacity, a company that promises to deliver low-cost, high-quality online education to the masses.

San Jose State Provost Ellen Junn said disappointing student performance will prompt the university to stop offering online classes with Udacity this fall as part of a “short breather.”

Students in the edX experiment are actually doing better than normal San Jose State students. But not so for the Udacity students.

http://www.insidehighered.com/news/2013/07/18/citing-disappointing-student-outcomes-san-jose-state-pauses-work-udacity