L’elefante e i learning object

Gianni riprende la discussione sui Learning Object e fa il punto della situazione: lo ringranzio.
Dopo aver letto il suo post ho iniziato a scrivere una risposta, perdendo un pò di tempo: troppe idee contorte, troppe frasi mozze, troppe argomentazioni annebbiate. E’ meglio se dico quello che effettivamente penso: un’opinione personale e poco “scientificamente giustificata” ma almeno chiara.

 

L’analisi di Gianni, è condivisibile ed esatta, forse un pò troppo teorica. Cosa sono i Learning Object? Aldilà di definizioni teoriche, più o meno esiste un modello di riferimento, uno “stampo” che viene ricalcato nella loro produzione.

Un Learning Object è composto da una serie di pagine web, da fruire in modo sequenziale. I contenuti di ogni pagina, sono organizzati in modo semplice e chiaro, spesso accompagnati da immagini e animazioni, ancora meglio se ci sono interazioni e una voce audio narrante che accompagni il video. Infine la fruizione del corso viene tracciata, vale a dire esiste un sistema che annota le pagine visitate dall’utente, i risultati dei test ect. Questa funzione è svolta dalla piattaforma, un portale dove sono contenuti i corsi così creati, che in genere offre anche altre funzioni (forum, documenti ect..)

I Learning Object dovrebbero essere rivolti al contesto aziendale, per offrire una formazione di base, schematica e non approfondita -legislazione, normative, procedure- o come introduzione ad altri interventi formativi. Le loro caratteristiche dovrebbero semplificare lo studio dei materiali, rendendo più leggera la fruizione: la loro efficacia formativa di conseguenza è bassa. Questo compromesso può essere in accordo con l’obiettivo di raggiungere persone che probabilmente non hanno il tempo, le energie o la voglia di eseguire uno studio più impegnativo.

Probabilmente questa descrizione è parziale e superficiale: a completarla esistono studi, analisi e standard che in passato hanno permesso previsioni di utilizzo ottimistiche, poi rivelatasi sbagliate. E proprio in funzione di queste previsioni che è stato decretato il loro fallimento –qui c’è un post a riguardo-. L’idea che i LO potessero sostituire l’insegnate, delegando al materiale didattico l’intero processo formativo, automatizzandolo e rendendolo autosufficiente è stato il principio di fondo -errato- che in parte ha condotto a questa disfatta. Forse i LO dovrebbero essere considerati come semplice risorsa didattica con proprie caratteristiche peculiari.

Rimane aperta la questione dei costi: se sviuppati adeguatamente i LO hanno un costo molto elevato. Ma questo problema richiede forse l’analisi del contesto dove devono essere applicati ed il confronto con l’efficacia e i costi di altri interventi formativi.

La mia impressione di fondo –questa è un’opinione molto personale– è che tutti questi studi, standard, deliri teorici ect- gli stessi che poi hanno fomentato le previsioni errate – siano riusciti ad “ingessare” anche l’evoluzione dei LO, impedendo sinergie con altri strumenti oggi disponibili: proprio i LO potrebbero essere un mezzo per far entrare gli strumenti 2.0 nella formazione aziendale, magari in modo graduale e semplificato. Ma ad occhio, questo passaggio sarà duro considerato “l’elefante” che si portano dietro. Ma questa è solo un’opinione personale, magari totalmente sbagliata.

4 thoughts on “L’elefante e i learning object

  1. Alessio

    Anch’io riporto un’opinione.
    Penso anch’io che i LO siano adatti soprattutto a contesti aziendali ma anche che siano tutt’ora utilizzabili in altri contesti formativi.
    Quello che conta secondo me è la strategia didattica e quale peso e posizione essa dà al LO. Quindi i LO possono veicolare contenuti, esperienze, attività, basta che non siano il solo elemento di un percorso didattico. E ben venga l’integrazione con strumenti web 2.0!

    Reply
  2. zneerol Post author

    Già speriamo a qualche novità, sennò ci “moriranno tra le mani” tanto per essere poetici 😉
    PS
    Grazie per la citazione sul tuo post!!!! 😉

    Reply
  3. Alessio

    Ti rilancio una nuova opinione. Siti come slideshare non mostrano forse come i learning object possano diventare 2.0? è vero che le presentazioni ppt non sono esattamente LO, però forse mostra la strada di come potrebbero essere i repository 2.0: aperti, creati e arricchiti dagli utenti stessi che a loro volta possono anche commentare e quindi connettersi tra loro, scaricare e modificare le presentazioni per il contesto in cui devono essere riusate. Sperando che i LO sopravvivano!

    Reply
  4. zneerol Post author

    Già, l’idea di fondo e la direzione in cui si muovono molte risorse didattiche (ma di un po il corso sugli OER non ci hai dato un occhio) sembra quella: maggiore possibilità di interagire con il contenuto, trasformarlo ectect.

    Ma è sempre un problema di termini: pensare ai LO come una risorsa didattica digitale ti permette di includere tutto, anche le slide powerpoint, anche slideshare.

    Invece limitare la definizione (e qui penso WBT, web based training) cambia la situazione. Ed è proprio ai WBT che mi riferisco, ad un certo tipo di progettazione e di risultato: in definitiva ad un prodotto ben definito. Ed è su questo tipo di prodotto che non vedo cambiamenti, nè segnali di cambiamenti…
    Tu che ne pensi? Che tipo di LO hai in mente?

    Reply

Leave a Reply

Your email address will not be published.