Editoria didattica e Learning object

ImmagineE’ vero: la discussione Produzione di LO multimediali in Orientamenti e Disorientamenti è stata molto interessante.

Qui Gianni ne propone una breve sintesi. Un paio di note a completare l’articolo:

1. I learning object non garantiscono l’apprendimento: solo le attività didattiche possono offrire questa garanzia.

2. I learning object possono essere assimilati ad una sorta di “Editoria didattica“: ho apprezzato molto questa definizione proposta da Gianni. I Learning Object hanno molto a che vedere con la “comunicazione”: una comunicazione che prende spunto dalla didattica, non solo integrando quiz e interazioni, ma adottando un particolare tipo di esposizione. Editoria didattica appunto.

3. Molte definizioni di Learning Object servono a poco, se non a provocare flagelli teorici: durante la discussione Antonio indica un ottimo documento di Wiley, che fa il punto sulla situazione. Un buon spunto di riflessione.

4. Italo segnala la questione della riutilizzabilità e – soprattutto- della riadattabilità dei corsi. Oggi come oggi, molti corsi non sono nè riutilizzabili e riadattabili: un limite che può essere superato come dimostrano Connexion e Openlearn. Qui ne parlo.

La discussione si è fermata a quota 66 interventi, parecchi. Gianni ha già formulato la prossima -e molto interessante- domanda:

Qual’è il miglior utilizzo per le risorse didattiche digitale in un corso online?

4 thoughts on “Editoria didattica e Learning object

  1. Paola Limone

    “Qual’è il miglior utilizzo per le risorse didattiche digitale in un corso online?”

    Questa domanda non può trovare risposta se prima non ci si chiede:
    .per chi?
    .per quanto tempo?
    .per quali obiettivi?
    .con quali concetti da presentare?
    .tutti avranno un uguale livello di partenza?

    le risorse sono risorse, si devono adeguare ai nostri bisogni, noi abbiamo il diritto/dovere di sapere quelle che ci vengono messe a disposizione e di scegliere in base alle risposte che daremo a queste domande.

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  2. Gianni Marconato

    Lorenz:
    Ottima e condivisibilissima sintesi. Con questo approccio, il mio animo si sente in pace anche con il Lo.
    Rinnovo l’invito: perchè non rilanci con una nuova discussione dal titolo citato?
    Paola
    bella l’espressione “le risorse sono risorse”. Ma pensi che tutti se ne ricordino sempre? Ecco la sensatezza delle tue domande

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  3. Daniela Callegari

    Non sono molto d’accordo con questa affermazione
    “I learning object non garantiscono l’apprendimento: solo le attività didattiche possono offrire questa garanzia. ”
    Nessuna attività didattica può offrire la garanzia dell’apprendimento. L’apprendimento, anche se nasce sempre dall’interazione con le risorse materiali(anche digitale)) e con gli altri, è un fatto per certi versi estremamente individuale, e in quanto tale, riguarda l’interazione con se stessi, altrimenti non si capirebbe perchè, nello stesso contesto, alcuni imparano di più e alcuni imparano di meno.Il fatto comunque che il Learning object, inteso come materiale digitale non riesca da solo a creare un contesto, in quanto gli manca l’interazione del se’ con gli altri, lo rende limitato, come limitati lo sono comunque contesti di apprendimento dove mancano le risorse materiali e digitali. Non è detto poi che nella limitazione non si posssano trovare le eccellenze: Un buon “sè” riuscirà a ricavare il meglio dall’interazione con il Learning object, come sarà capace di farlo un buon “altri” inteso come un valido insegnante o una buon clima interattivo in classe.
    Ciao a tutti
    Daniela

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  4. Lorenz Post author

    Grazie a tutti per i commenti!

    La comunità orientamenti e disorientamenti, mi sta dando un sacco di spunti: oltre alla discussione sui LO, quella aperta da Adriano, su etica e formatori, m’ha dato molto da pensare, nonostante il mio intervento fosse stato discretamente marginale. Effettivamente ha azzeccato il tema, inquadrando una contraddizione che mi riguarda in buona misura. Finito il preambolo, provo a a dare qualche risposta:

    @Paola. Le tue domande sono un’ottima base per inziare una nuova discussione. Ne aggiungerei un’altra: in quale contesto? In ambito aziendale, i LO permettono di “formare” centinaia di persone ad un costo relativamente contenuto. Questo è un ottimo motivo per impiegarli. Quali contenuti sono utilizzati? Generalmente le aziende non si aspettano “miracoli” dai LO, e difficilmente utilizzeranno questo strumento per offrire competenze strategiche, o almeno non impiegheranno solo questo strumento. I LO sono utilizzati per offrire e strutturare informazioni , per raccontare “storie”, casi di studio, offrendo un maggiore impatto rispetto ad un semplice testo. Infine i LO sono molto utili per spiegare le procedure software, una richiesta molto diffusa tra le aziende. Rimane il fatto che il numero di informazioni che possono essere trattate, è limitato per forza di cose: meglio creare un LO introduttivo e rimandare un PDF o a risorse esterne. Questi aspetti non sono sempre chiari ai clienti, e per ovvi motivi, non sempre possono essere chiariti -soprattutto quando il cliente stesso non pensa sia necessario…-

    In altri contesti le regole cambiano, e il modello utilizzato in azienda non funziona, ma soprattutto non ha alcun senso. Bisogna trovare nuovi modelli, magari in grado di accompagnare altre attività on line, che sicuramente sono più efficaci…

    @Gianni: Il titolo che hai tirato fuori mi interessa parecchio: non l’ho affrontato perchè non so se ho tutte le competenze per svilupparlo in modo adeguato. Stavo aspettando un segnale di Lisa, che, da quel che ho potuto capire, lavora nel settore elearning all’interno di un’azienda e può visualizzare meglio l’impatto dei LO all’interno di un percorso formativo. Io lavoro in un’azienda che produce contenuti elearning, ho minore visibilità su questi aspetti, e mi concentro di più su come “trattare” i contenuti -tanto per rimanere in linea con quello che dice Adriano no?-.

    Come detto qualche riga sopra, sarebbe interessante analizzare quali risorse si prestano meglio ad accompagnare le attività on line, collaborative o meno: qui penso sempre alla Open university (sono noioso lo so…)

    @Daniela: Perfettamente d’accordo. Volevo solo marcare meglio la differenza tra l’uno e l’altro, limitando la frase a due righe. Per inciso: il tuo commento potrebbe continuare trattando gli “stili di apprendimento”, che ne pensi?

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