Category Archives: Didattica

Verso una didattica differente

Nulla di nuovo, tutto già ampiamente descritto e previsto. Fa impressione che il blog che promuove il più noto software e-learning ne parli. Quale disegno?

Course designers need to embrace a new role
It’s not enough to build a course and upload to a learning management system. This forces all of the content behind a wall. We should start to see our role evolve.
Today’s learner has access to what they need. They can get it when it makes the most sense to them. It’s usually in context. And it’s not overwhelming.
However, they may not always know what they need or how much of it. And they may not know what’s most critical or what’s best for meeting objectives. They may also waste a lot of time on irrelevant content.

https://blogs.articulate.com/rapid-elearning/instructional-design-for-a-new-generation/

Lim – a volte ritornano

Segnalo la traduzione di un articolo di Education Week dedicato alla LIM e alla loro efficacia didattica. L’articolo, pubblicato nel 2010, raggiunge conclusioni molto critiche in merito a questo strumento tecnologico, evidenziando come la LIM esalti una didattica centrata sul docente, a discapito del ruolo attivo dello studente nel processo formativo.

Per quale motivo allora le LIM continuano ad essere acquistate? Il giudizio – pura apparenza, desiderio di sembrare all’ultima moda – potrebbe essere applicato anche ad altri strumenti e prodotti che circolano in ambito educativo.

Francamente, ho l’impressione che molti dirigenti scolastici non si preoccupino affatto di sapere se le LIM servano o non servano all’insegnamento e all’apprendimento e se l’investimento necessario per acquistarle abbia un senso. Perché? Semplicemente perché le LIM non sono per loro uno strumento d’apprendimento. Sono piuttosto uno strumento di relazioni pubbliche, una rappresentazione tangibile della capacità e della volontà di evolvere e di restare “à la page” (aggiornati), che può essere sbandierata come un merito e un pregio davanti ai superiori come pure davanti ai genitori.

http://www.oxydiane.net/politiche-scolastiche-politiques/curriculi-programmes-d/article/perche-odio-le-lim-lavagna

Elgg – una malattia cronica

Un breve post dal blog di Grifo multimedia racconta l’impiego di una piattaforma di social networking – Elgg – per offrire supporto ai pazienti affetti da un patologia cronica. Progetto sicuramente interessante, ma anche carico di ricordi, almeno per il sottoscritto.

Elgg è un software piuttosto maturo, con una storia complessa e particolare: nato inizialmente come community di blog – social network molto orientato alla formazione e alla didattica, avrebbe poi ripiegato verso altri ambiti mantenendo un profilo più generico senza però mai affermarsi.

In un primo momento Elgg aveva riscosso un certo interesse: erano gli anni in cui i blog erano in pieno auge e ci si interrogava sul loro impiego in didattica, in un’ottica collaborativa e democratica. Parallelamente si diffondeva l’idea di una didattica de-strutturata, la comunità di apprendimento in grado di autoalimentarsi, dove il docente si limitava a controllare il contesto formativo, favorendo le interazioni tra i discenti. Idee che per diverse ragioni non si andranno mai ad affermare e con esse tramontò anche questo software, almeno secondo le idee iniziali.

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E’ con una certa nostalgia che affronto questi temi: ho avuto infatti la fortuna di partecipare a una piccola community basata su Elgg,  Ltever, community realizzata da Antonio Fini in collaborazione con l’Università di Firenze e il Master di “Formazione in rete” . Rivolta a coloro che avevano partecipato al master – e vi avevo partecipato anch’io, Antonio fu un docente eccezionale – dopo un sostanziale buon inizio, entrò pian piano in disuso fino ad essere chiusa nel 2013.

Qui un breve post dedicato ad Ltever, al momento della sua chiusura. Di seguito una presentazione di Ltever da parte del suo creatore, Antonio fini.

Medicina narrativa

path3092La medicina narrativa è un ambito estremamente interessante e particolare: la narrazione rappresenta un punto di incontro tra il paziente, che può raccontare la propria storia clinica e riflettere su di essa e il medico, che riceve un feedback approfondito e specifico e ha una visione completa del paziente.

La medicina narrativa vede il paziente protagonista della propria storia clinica, in un dialogo continuo con il medico curante, in linea con i moderni concetti di “patient empowerment” e “alleanza terapeutica”.

Teorizzata alla fine degli anni 90, questa pratica ha avuto una buona diffusione anche in Italia, con diversi progetti ancora attivi, primo fra tutti quello della ASL 10 di Firenze. Le nuove tecnologie hanno giocato sicuramente un ruolo importante, semplificando il processo di raccolta  e condivisione delle storie cliniche.

 Di seguito una raccolta di articoli e approfondimenti.

PORTALI


Home page progetto NAME

Il progetto NAME, promosso dalla ASL 10 di Firenze, vanta una lunga attività e numerosi progetti al suo attivo. Ha promosso Viverla tutta, progetto con Pfizer e Repubblica, Medicina Narrativa in Terapia intensiva, progetto che ha prodotto una pubblicazione con Franco Angeli, gestisce un laboratorio di medicina narrativa. Il sito contiene numerosi articoli di approfondimento.

http://www.asf.toscana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=912:medicina-narrativa&catid=138

Il tuo diabete

Portale sponsorizzato da DOC dove sono raccolte storie cliniche di pazienti con il diabete. Molto completo e dettagliato, presenta sezioni come “storie famose”, “l’esperto risponde” e altre ancora.

http://iltuodiabete.it/

Viverla Tutta

Portale sponsorizzato da Pfizer dove sono raccolte storie cliniche di pazienti. Numerose le società scientifiche coinvolte e le patologie presentate, presenta una sezione di approfondimento sulla medicina narrativa.

http://www.viverlatutta.it/HomePage.aspx

H-story

Associazione che promuove la medicina narrativa, ha partecipato a diversi progetti, dalla rianimazione all’ oncologia. Molte attività legate al teatro.

http://www.hstory.it/progetti/

ARTICOLI


Medicina e narrativa: una coppia possibile?

Articolo scientifico di Polvoni, descrive il progetto NAME presentando la sua attività. Vi è una breve analisi sulla medicina narrativa.

http://www.medicinanarrativa.it/rivista/medicinaenarrativaunacoppiapossibile.pdf

Academy e medicina narrativa

Articolo di AboutPharma in cui vengono presentati due progetti che coinvolgono i pazienti: Patient’s Academy e Viverla tutta. Il secondo è il progetto di medicina narrativa organizzato da NAME, partecipato da Repubblica e finanziato da Pfizer.

http://www.asf.toscana.it/images/stories/educazioneallasalute/AboutPazientecentro.pdf

Medicina narrativa, se le storie dei malati cambiano le cure

http://www.repubblica.it/salute/medicina/2014/06/15/news/se_le_storie_dei_malati_cambiano_le_cure-89050042/

Presentazione

http://www.ass5.sanita.fvg.it/reposASS5/SCHEDE_QUALITA/La%20Medicina%20narrativa-%20prof.%20Vettore_.pdf

La medicina narrativa per la cura e la prevenzione del diabete

Articolo de La Stampa dedicato al portale “Il tuo diabete”.

http://www.lastampa.it/2014/05/23/scienza/galassiamente/la-medicina-narrativa-per-la-cura-e-la-prevenzione-del-diabete-lyPSVawM1zYPTkj6aAUc3I/pagina.html

 

Blended learning – alcune riflessioni

Un interessante articolo di Tony Bates, dove viene analizzato il modello formativo “blended learning”,  descrivendo esempi operativi e prospettive future. Integrare attività online e attività in presenza non è un operazione banale e, come ricordato nell’articolo, pochi studi hanno affrontato in modo sistematico l’argomento, anche in relazione alla recente diffusione dei MOOC e alle relative implicazioni sulla didattica tradizionale.

Qualunque riflessione deve tenere presente che il “blended learning” ha avuto applicazione fondamentalmente nella formazione universitaria, mentre compare raramente nella formazione professionale. Le cause di questo fenomeno sono varie, a partire dal numero di utenti coinvolti e dalla durata del processo formativo, fino agli obiettivi didattici e alla compentenze che devono essere acquisite.

Vi sono alcune eccezzioni: un esempio è la formazione obbligatoria in materia di sicurezza sul lavoro, che in Italia prevede l’impiego sia della formazione a distanza che della formazione in presenza (ed è stabilito a livello normativo): potrebbe essere interessante analizzare in che modi si combinano queste attività, valutandone l’efficacia didattica finale.

The main challenge is how to decide what is best done in class, and what online. There is a clear set of best practices and design models for fully online learning, but, other than the NCAT studies, we don’t have good models or at least well-tested models for hybrid learning.

http://www.quicklessons.com/blog/2013/07/discussing-design-models-for-hybridblended-learning-and-the-impact-on-the-campus/

Calcolare la durata di un corso FAD

Il blog di E-learnit segnala un breve e-book dedicato al calcolo della durata di un corso e-learning,  un problema che spesso viene risolto in modo approssimativo e senza utilizzare parametri precisi e definiti.
In alcune situazioni può essere necessario ricorrere a criteri espliciti e giustificati, in particolare quando vi sono obblighi normativi e formali che devono essere rispettati per ottenere la relativa certificazione.
E’ il caso ad esempio dei corsi rivolti alla sicurezza, che devono avere garantire una durata minima in ore, o della formazione in ambito medico, dove la durata è legata al numero di crediti formativi che vengono acquisti dagli utenti al termine del percorso formativo.
In queste situazioni è necessario definire dei criteri oggettivi per calcolare la durata del corso, in modo da risolvere eventuali controversie legali, anche legate ad una normativa estremamente vaga e generica.

IL PROBLEMA IN SINTESI
Per quale motivo calcolare la durata di un corso e-learning può essere un’attività problematica? Nella formazione in presenza calcolare la durata di un corso è un’operazione discretamente semplice: spesso l’unico parametro considerato è la durata delle lezioni in aula, un elemento che può essere misurato in modo obiettivo e sicuro. Per verificare che i discenti abbiano partecipato al corso è sufficiente utilizzare un registro delle presenze, raccogliendo le firme dei presenti all’entrata e all’uscita dal corso.
Anche nella formazione a distanza è possibile eseguire un’operazione simile: da tempo esistono sistemi che consentono di registrare (tracciare) l’attività online dei singoli utenti, misurando i tempi utilizzati per concludere il corso. Tuttavia molte attività didattiche possono essere svolte anche offline, senza collegarsi alla piattaforma e-learning, ad esempio scaricando documenti PDF o video multimediali, rendendo il calcolo dei tempi impreciso ed incompleto.
Per questo motivo con la formazione a distanza è necessario utilizzare un approccio completamente differente, che non misura il tempo effettivamente impiegato per svolgere il corso, ma si limita a effettuare una previsione, assegnando a ciascuna attività didattica un valore temporale medio calcolato in base ai criteri definiti e espliciti.

TRE MODELLI PER IL CALCOLO DELLA DURATA DEI CORSI E-LEARNING
Quali criteri impiegare per calcolare la durata delle risorse didattiche?  Questo problema è stato già affrontato in diversi sedi: in Italia, la Regione Lombardia e Progetto Trio hanno elaborato alcuni documenti che descrivono i criteri impiegati. Di seguito è riportata una sintesi delle indicazioni in essi contenuti, comparata con il contenuto dell’ebook ECM in FAD.

REGIONE LOMBARDIA – SISTEMA ECM (EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA)
A differenza del sistema ECM nazionale, la normativa della Regione Lombardia ha indicato diversi parametri per misurare la durata dei corsi ECM svolti in modalità e-learning.
Il criterio adottato è molto semplice: un documento di 4000 caratteri (pari a circa 1,5 pagina Word) corrisponde a 16 minuti di formazione. In questo modo, un corso composto da 4 documenti di sei pagine ciascuno ha una durata pari a quattro ore circa.
Questo metodo ha il vantaggio di essere molto semplice e  pratico; tuttavia risulta ambiguo, in quanto non considera le differenze che esistono tra le tipologie di risorse didattiche (documenti, filmati, interazioni).

PROGETTO TRIO
Progetto Trio rappresenta uno dei progetti più innovativi in ambito e-learning. Finanziato dalla regione Toscana, dal 2001 fornisce un ampio catalogo corsi in modo del tutto gratuito. Lo sviluppo dei corsi e la gestione della piattaforma (Moodle) sono affidati a società esterne (per diverso tempo Giunti) attraverso bandi di gara molto dettagliati. Tra questi documenti, oltre alla descrizione del modello didattico e del sistema informatico, vi è anche una dettagliata analisi sul sistema impiegato per calcolare la durata dei corsi e-learning.
Progetto TRIO utilizza come parametro di base il tempo per la lettura veloce dei testi (PAM = parole al minuto),  adattando il risultato a seconda della tipologia di risorsa didattica misurata (testo, multimedia, interazioni e altro).
Per le risorse testuali il tempo è calcolato in base a 50 parole al minuto (PAM). Una pagina di Word equivale a circa 500 parole, pari perciò a 10 minuti circa. Riprendendo l’esempio precedente, un corso composto da 4 documenti di 6 pagine ciascuno ha una durata di quattro ore circa (una misura equivalente a quella della regione Lombardia).
Per quanto riguarda le risorse multimediali (video e filmati) viene preso in considerazione il tempo di durata effettivo; l’eventuale trascrizione audio, se resa disponibile in un documento separato, sarà conteggiata come risorsa testuale (50 PAM). Alle interazioni invece vengono assegnati diversi valori standard,  in base alla tipologia di interazione: esplorazione, scenario ramificato, test di valutazione.  All’interno del documento è possibile trovare delle dettagliate tabelle, che indicano il valore da assegnare per i più disparati elementi (immagini, link, indici, ect.).

EBOOK FAD ECM
Come progetto TRIO, anche l’ebook FAD ECM prende in considerazione il parametro parole per minuto (PAM), utilizzando tuttavia un valore notevolmente più elevato: 150 parole al minuto. Riprendendo l’esempio precedente, in questo caso, un corso di 4 documenti di 6 pagine ciascuno ha una durata di circa un’ora e venti minuti (tre volte meno degli altri sistemi). Per i filmati viene presa in considerazione la loro durata effettiva; vengono presentati anche altri parametri quali, immagini, interazioni, link esterni, test.

CONCLUSIONI
I tre modelli risultano tutti validi: sicuramente il più dettagliato e preciso è quello indicato da progetto TRIO, che riesce a includere numerosi parametri definendoli in modo chiaro e esplicito. La riflessione finale tuttavia cade al di fuori del confronto: a mancare è un quadro istituzionale coerente e esaustivo, in grado di risolvere efficacemente il problema.
LINK

Clickers

La differenza la fanno situazioni didattiche ben progettate, con un’attenzione ai tempi, al tipo di domande, all’impianto complessivo dell’intervento.

Domande ben costruite e formulate sono in grado di migliore notevolmente la qualità delle conoscenze, indirizzare le azioni e, in generale, promuovere il ragionamento piuttosto che il passivo recupero di informazioni dalla memoria.

L’insegnante può, ad esempio, usare i risponditori prima della spiegazione o di un’esperienza in laboratorio, per sondare il terreno, far emergere le preconoscenze, stimolare l’attenzione. Come pure può usarli durante o dopo l’esperienza. Gli studenti possono essere chiamati a rispondere individualmente dopo una discussione collegiale o, viceversa, il dibattito può prendere avvio dalle risposte date e visualizzate sulla LIM o a parete.

http://www.educationduepuntozero.it/tecnologie-e-ambienti-di-apprendimento/i-clickers-classe-4054320761.shtml