Blended learning – alcune riflessioni

Un interessante articolo di Tony Bates, dove viene analizzato il modello formativo “blended learning”,  descrivendo esempi operativi e prospettive future. Integrare attività online e attività in presenza non è un operazione banale e, come ricordato nell’articolo, pochi studi hanno affrontato in modo sistematico l’argomento, anche in relazione alla recente diffusione dei MOOC e alle relative implicazioni sulla didattica tradizionale.

Qualunque riflessione deve tenere presente che il “blended learning” ha avuto applicazione fondamentalmente nella formazione universitaria, mentre compare raramente nella formazione professionale. Le cause di questo fenomeno sono varie, a partire dal numero di utenti coinvolti e dalla durata del processo formativo, fino agli obiettivi didattici e alla compentenze che devono essere acquisite.

Vi sono alcune eccezzioni: un esempio è la formazione obbligatoria in materia di sicurezza sul lavoro, che in Italia prevede l’impiego sia della formazione a distanza che della formazione in presenza (ed è stabilito a livello normativo): potrebbe essere interessante analizzare in che modi si combinano queste attività, valutandone l’efficacia didattica finale.

The main challenge is how to decide what is best done in class, and what online. There is a clear set of best practices and design models for fully online learning, but, other than the NCAT studies, we don’t have good models or at least well-tested models for hybrid learning.

http://www.quicklessons.com/blog/2013/07/discussing-design-models-for-hybridblended-learning-and-the-impact-on-the-campus/

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