Category Archives: Elearning

Elgg – una malattia cronica

Un breve post dal blog di Grifo multimedia racconta l’impiego di una piattaforma di social networking – Elgg – per offrire supporto ai pazienti affetti da un patologia cronica. Progetto sicuramente interessante, ma anche carico di ricordi, almeno per il sottoscritto.

Elgg è un software piuttosto maturo, con una storia complessa e particolare: nato inizialmente come community di blog – social network molto orientato alla formazione e alla didattica, avrebbe poi ripiegato verso altri ambiti mantenendo un profilo più generico senza però mai affermarsi.

In un primo momento Elgg aveva riscosso un certo interesse: erano gli anni in cui i blog erano in pieno auge e ci si interrogava sul loro impiego in didattica, in un’ottica collaborativa e democratica. Parallelamente si diffondeva l’idea di una didattica de-strutturata, la comunità di apprendimento in grado di autoalimentarsi, dove il docente si limitava a controllare il contesto formativo, favorendo le interazioni tra i discenti. Idee che per diverse ragioni non si andranno mai ad affermare e con esse tramontò anche questo software, almeno secondo le idee iniziali.

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E’ con una certa nostalgia che affronto questi temi: ho avuto infatti la fortuna di partecipare a una piccola community basata su Elgg,  Ltever, community realizzata da Antonio Fini in collaborazione con l’Università di Firenze e il Master di “Formazione in rete” . Rivolta a coloro che avevano partecipato al master – e vi avevo partecipato anch’io, Antonio fu un docente eccezionale – dopo un sostanziale buon inizio, entrò pian piano in disuso fino ad essere chiusa nel 2013.

Qui un breve post dedicato ad Ltever, al momento della sua chiusura. Di seguito una presentazione di Ltever da parte del suo creatore, Antonio fini.

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Il post che pubblico oggi è una case history raccontata direttamente dal suo protagonista. Federico Monaco è docente a contratto dell’Università di Parma per l’insegnamento di sociologia della salute. Utilizzando semplicemente la piattaforma e-learning dell’università basata sul noto CMS open source Moodle integrato con alcuni gruppi e attività sui social network ha dato vita ad un’interessante sperimentazione didattica che ha coinvolto 160 studenti iscritti al primo anno di scienze infermieristiche. Il corso si chiama #socialnursery e prevede un’attività di blended learning (parte in aula e parte online).

Una attività per la track III (quella per accedere alla prova d’esame da 30/30) consiste nella traduzione collaborativa di testi, saggi e risorse multimediali in inglese e francese e la loro pubblicazione nell’ambiente wiki del corso.

e-learning LAB – Mometto – Futuri infermieri studiano la salute come fenomeno sociale online

ECM e Formazione a Distanza: quanti problemi…

Segnalo un’interessante discussione all’interno del gruppo Professionisti dell’ECM di Linkedin (gruppo che, per inciso, già in altre occasioni ha affrontato interessanti tematiche).

Sorvolando sull’oggetto del contendere, legato a un singolo episodio di “difficile valutazione”, la discussione mi sembra particolarmente significativa perchè solleva numerosi argomenti legati al tentativo di normare la formazione e più in particolare la formazione a distanza, come avviene nel campo della formazione medica, ma anche in altri settori. Nei seguenti paragrafi tenterò di svolgere una sintesi della discussione, offrendo alcuni spunti di riflessione in merito.

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La normativa ECM per la formazione a distanza

Attualmente la normativa ECM sulla formazione a distanza lascia ampi margini di interpretazione sia sulle modalità di erogazione che sulla durata del percorso formativo.

In primo luogo non viene fatta alcuna differenza tra le diverse tipologie di materiali didattici: si considera formazione a distanza sia quella che viene erogata attraverso materiali testuali (PDF o riviste) sia i video formativi, sia le videoconferenze. Tutte queste modalità sono considerate simili ed equivalenti tra loro.

In secondo luogo non viene indicata una metodologia per quantificare la durata di un percorso formativo. Su questo punto la normativa non dà nessuna indicazione: è l’ente formativo (definito provider) che stabilisce in modo univoco la durata di un corso. Questo seconda lacuna è particolarmente grave, poichè priva la commissione ECM di uno strumento utile a valutare i percorsi formativi e punire eventuali anomalie.

Infine, pur citando l’obbligo di tracciamento, non chiarisce che cos’è il tracciamento, nè come funziona.

Gli unici aspetti normati sono quelli relativi ai crediti assegnati ad ogni corso (proporzionali alla sua durata) ai test di valutazione (che devono essere proporzionali ai crediti assegnati), alla presenza obbligatoria di uno specifico questionario di gradimento e all’impiego di tutor (ma anche quest’ultimo riferimento risulta essere ampiamente interpretabile).

Problemi normativi

Queste lacune normative hanno diverse conseguenze. Ad esempio, è possibile creare corsi con molti crediti formativi (scelti a discrezione dal provider) a fronte magari di una piccola dispensa didattica (che magari non è necessario leggere) e un semplice test di valutazione finale. Questo è il caso sollevato nella discussione Linkedin, dove un semplice PDF di 60 pagine poteva erogare ben 25 crediti.

Al di là di giudizi etici sulla singola vicenda, bisogna osservare che simili fenomeni danneggiano il sistema ECM nel suo complesso, favorendo la diffusione di corsi a basso costo a scapito di qualità ed efficacia didattica. In questo senso la normativa ha un ruolo chiave nel governare l’intero sistema formativo e che semplici lacune, al di là di inefficienze o ingiustizie, possono deprimere l’intera offerta didattica, snaturando il senso finale delle attività.

Quale soluzione?

Gli esempi positivi non mancano. Il più noto è probabilmente quello relativo alla normativa sulla sicurezza, che concede la possibilità di svolgere i corsi online, a patto però di rispettare alcuni parametri. L’utente deve svolgere un tempo minimo online; i materiali devono essere erogati in modo sequenziale; devono essere presenti quiz di valutazione in presenza.

Oppure il caso della regione Lombardia, che pur essendo meno restrittivo, indica i criteri per calcolare la durata del corso e i crediti ECM (15 minuti = 16.000 caratteri di materiali didattici).

Normare in modo più efficace il sistema permette di stabilire regole chiare e condivise, limita le situazioni ambigue e consente di mantenere un controllo generale su di esso.

Limiti normativi

Bisogna tuttavia osservare che qualità didattica e efficacia formativa non possono essere garantiti attraverso regole normative stringenti e restrittive. Il caso della sicurezza lo dimostra: la presenza di regole ben definitve non ha infatti eliminato i corsi di bassa qualità, ma ha solo reso più complesso costruirli. Ed infatti online si possono trovare corsi sulla sicurezza estremamente economici, che rispettano il regolamento  in toto, ma a ben vedere sono solo un’accozzaglia di filmati,  spesso prolissi e poco chiari.

In definitiva, una normativa più restrittiva permette di eliminare casi eclatanti quale quello inizialmente descritto, ma non garantisce una migliore efficacia didattica del sistema nel suo complesso.

Problemi sistemici

Il sistema ECM (come quello sulla sicurezza e come molto altri) non presenta solo lacune da punto di vista normativo. E’ il sistema stesso ad avere dei limiti, perchè, anche qualora indicasse in modo chiaro ed esplicito come attribuire i crediti ECM a un percorso formativo, non stabilisce come questi crediti siano legati ad una reale efficacia didattica ed ad un impatto positivo sull’attività lavorativa.  In questo modo, il sistema ECM non solo non favorisce la diffusione dei progetti formativi più effici, ma permette l’erogazione di corsi di bassa qualità, distorcendo l’offerta formativa complessiva.

Dal punto di visto dell’utente (di chi fruisce il corso) la scelta didattica è legata alle convinzioni del singolo. Il senso di responsabilità del professionista, il desiderio di migliorare professionalmente, la capacità di riconoscere nella formazione un’importante opportunità: la presenza o meno di questi elementi condizionano le scelte operate dall’individuo e in ultimo l’offerta formativa complessiva.  Molte persone sono convinte che la formazione sia una preziosa risorsa; molte persone d’altra parte la considerano una perdita di tempo. Per queste ultime l’obbligo di ottenere i crediti ECM è solo un problema da risolvere nel modo più veloce (ed economico) possibile. Il corso inizialmente descritto è la perfetta soluzione.

Dal punto di vista del provider (di chi eroga il corso) vi è una ulteriore riflessione da considerare: in un mondo in competizione dove vige la legge del mercato – quale la formazione ECM – , la componente costo ha un peso rilevante. E’ evidente come questo elemento nel lungo periodo giochi un ruolo rilevante a scapito dell’efficacia didattica, che invece non è misurata dal sistema. In questo modo un costo poco efficace ma molto economico diventa una preziosa opportunità di business.

Il mondo ECM poi soffre di un ulteriore problema:  la presenza di un’offerta frammentata in migliaia di provider non semplifica il processo di scelta dell’utente, ma lo ostacola fino ad impedirlo. E in questo modo anche chi può essere disposto ad investire nella propria formazione non ha gli strumenti per premiare i corsi più efficaci.

Una possibile soluzione

Non esistono soluzioni semplici e di immediata applicazione.  In astratto, un sistema formativo efficiente dovrebbe separare le attività di formazione da quelle di valutazione dell’apprendimento, assegnando le prime alla libera iniziativa degli enti formativi ma mantenendo il controllo sulle seconde.

Una simile soluzione avrebbe due effetti:

  • favorire l’emergere di soluzioni didattiche efficienti ed innovative, senza interferire sulle metodologie impiegate per raggiungere il risultato. La competizione degli enti formativi non è più orientata ad erogare crediti formativi, ma a formare in modo efficace i professionisti.
  • sviluppare metodologie di valutazione efficaci e standardizzate, effettivamente orientate a misurare i risultati ottenuti nell’apprendimento.

Applicare una simile soluzione nel sistema ECM probabilmente è impossibile; tuttavia si potrebbero cercare soluzioni intermedie o miste, ad esempio offrendo più crediti ECM ai percorsi formativi orientati a questo modello.

MOOC e l’addio alla valle delle disillusioni

La co-fondatrice di Coursera, Daphne Koller, rilascia un’intervista dove parla di MOOC, della loro crescita, sia dal lato dell’offerta (corsi sviluppati), che da quello della domanda (nuovi utenti). Un trend positivo che fa capire quanto questa metodologia si stia affermando nell’ambito formativo.

If you think about the “Gartner Hype Cycle,” I think we’re emerging from the “trough of disillusionment.”

Duolingo

duolingoUn programma per imparare le lingue, totalmente gratuito, con alle spalle un concetto incredibile. Donald Clark fa un’ottima analisi, un modello di business molto interessante.

We may be seeing a breakthrough here, similar to that of the Khan Academy in maths. I’ve been using Duolingo for some time and recommended it to my son, who has a German girlfriend, and wants to pick up some basic German. People who have used it give it nothing but praise. The mix of exercises is good and, most of all, the commitment to practice, personalised practice, forcing you to refresh and strengthen your skills through spaced practice, is its real advantage. Apple named it ‘App of the Year’ in 2013.

Ever had to type in those annoying letters on a web form? That’s ‘Captcha’. Luis von Ahn, who invented this security technique, took his Captcha idea and used it to harness all of this global brain power to decipher failed OCR words, especially older faded text, with ‘Recaptcha’. That’s why you often get two words – the system knows one, not the other. Over 10% of the word’s population has helped digitise books. It’s a crowdsourced social good.

Duolingo was started by that same Luis von Ahn when he saw that similar techniques could be used for translation. People learn a new language for free but translate at the same time. Duolingo works as you ‘learn by doing’. You move on to learning with real content by translating real content. Duolingo combines the translation attempts instantaneously. This is being done for the likes of Wikipedia. So learners create value while learning. This is a great business model for education. One social good pays for the other.

Donald Clark Plan B – Catastrophe that is lemming language learning – is Duolingo the answer?

Moodle multi tenant

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Definizioni

Multi-tenant. Una parola probabilmente misteriosa per molte persone, che però ha delle notevoli implicazioni pratiche e operative. La multi-tenancy è la capacità di costruire multiple istanze di un software a partire da una singola installazione.

Ad esempio, grazie a questa funzione è possibile installare una piattaforma e-learning in un server e da quella singola installazione creare differenti piattaforme “virtuali” tra loro separate e in parte indipendenti: ogni piattaforma avrà i propri amministratori, i propri utenti, i propri corsi e il proprio layout. Agiranno quindi in modo indipendente le une dalle altre, come se fossero piattaforme tra loro separate.

Limiti e vantaggi

Ovviamente vi sono dei limiti: riprendendo l’esempio precedente, il primo limite riguarda la schermata d’accesso, comune a tutte le piattaforme “virtuali”: d’altra parte finchè l’utente non verrà riconosciuto, non potrà essere assegnato a una delle piattaforme disponibili. Un ulteriore limite riguarda la presenza di utenti duplicati: non potranno esistere due utenti con la stessa username, anche se appartengono a piattaforme virtuali differenti.

Limiti in ogni caso trascurabili se paragonati ai vantaggi, che sono fondamentalmente due: a livello gestionale e a livello organizzativo.

A livello gestionale, grazie alla multitenancy vengono ridotti i costi legati al mantenimento dell’intero sistema: invece di dover effettuare la manutenzione e l’aggiornamento di diverse piattaforme installate separatamente, è sufficiente agire su una sola piattaforma, riducendo impegno e costi di gestione.

A livello organizzativo la multi tenancy permette di creare gerarchie complesse, separando i diversi ambiti operativi e dando loro autonomia, mantenendo allo stesso tempo un controllo generale dell’intero sistema. Questo secondo aspetto, come vedremo, rappresenta un elemento fondamentale per rispondere alle complesse esigenze presenti nelle aziende di medie e grandi dimensioni, spesso strutturate in modo complesso e decentrato.

Esempi

Vediamo alcuni esempi dove la multy-tenancy può essere risolutiva.

1. Azienda di medie dimensioni strutturata in più dipartimenti; ogni dipartimento deve mantenere una forte autonomia a livello gestionale, in modo da rispondere a esigenze formative specifiche e particolari.

2. Azienda diffusa nel territorio, con molte sedi che svolgono funzioni simili e quindi hanno esigenze formative simili, ma che devono comunque essere tenute separate per motivi di privacy e logistici.

3. Azienda internazionale che intende personalizzare i contenuti nelle diverse regioni del mondo,

4. Piccola azienda che intende utilizzare la piattaforma sia per il personale interno che per la clientela, riducendo i costi, ma mantenendo gli spazi comunque separati.

Questi pochi esempi evidenziano come la multi tenancy non comporti la semplice riduzione di costi di manutenzione, ma permetta di rispondere ad esigenze che altrimenti non potrebbero trovare una risposta, diventando così insostituibile in una serie di situazioni.

Moodle (no multi tenancy)

A questo punto bisogna fare una triste ammissione: Moodle non ha funzioni che permettano il multi tenant. E la soluzione non sembra in vista, come viene esplicitamente dichiarato qui:

  • Multi-tenant support
  • Project state CANCELLED

https://docs.moodle.org/dev/Multitenant_support

Un progetto avviato con buone intenzione nel lontano 2011, presentato anche durante un Moodle Moot in Irlanda (Moodle 2.3) , poi tramontato per le troppe difficoltà tecniche. Il 30 Maggio 2014 Martin Dougiamas (creatore di Moodle) lascia il messaggio finale sul tracker del progetto:

Closing this because it’s simply not going anywhere with core Moodle.

Una frase molto significativa. La multitenancy non sembra essere tra le opzioni di Moodle, nonostante vi siano situazioni in cui è indispensabile. E’ un chiaro limite di Moodle, da non sottovalutare, perchè tali situazioni sono diffuse, e potrebbero far emergere competitor differenti da Moodle.

Soluzioni e alternative

Ovviamente vi sono delle soluzioni, l’esigenza è diffusa come testimoniano i messaggi del forum, e quindi si cercano strade alternative.  Tra queste vi è un’idea italiana, di Andrea Bicciolo di Mediatouch, che prevede di utilizzare la funzione “cohort” in Moodle per gestire una Multitenancy “fittizia”. Un progetto interessante, ma ancora in divenire.

1. Corsi, utenti e layout filtrati per Cohort (in arrivo)

Due soluzioni (!) complementari, entrambi basati sulle cohort, potrebbero permettere di gestire un surrogato di multi tenancy. Da un lato il progetto 46401 di Mediatouch, che prevede di gestire layout e categorie di corsi separate in base alla “cohort” di appartenenza. Questa soluzione, parziale, tuttavia è bene notare:

Thanks to Andrea Bicciolo at Mediatouch for the idea – he estimated it would be suitable for 80% of his clients who want “multi-tenancy” in Moodle

Dall’altro c’è il progetto 48203, che prevede l’impiego delle “cohort” per separare gruppi di utenti durante il processo di iscrizione ai corsi. In questo modo un insegnante vede solo gli utenti che appartengono al proprio gruppo anche al momento dell’iscrizione.

Ci sono i tracker per entrambi i problemi, ma non è ancora stata trovata una soluzione. Ci vorrà tempo, due progetti paralleli e complessi, entrambi incompleti, ci sarà sicuramente da aspettare.

https://tracker.moodle.org/browse/MDL-28946

https://tracker.moodle.org/browse/MDL-46401

2. Utilizzare Iomad, un fork di Moodle open source

Iomad è una versione open source di Moodle con la multitenancy. Gestita da un’azienda scozzese, questo fork sembra funzionare bene: in Moodle, compare una nuova sezione che permette di visualizzare gli utenti e compiere altre operazioni in base alla cohort di appartenza. I dubbi non vengono dal sistema in sè, che sembra essere efficiente, ma dal suo aggiornamento rispetto alla versione ufficiale di Moodle, tutto da verificare.

http://www.iomad.org/what-is-iomad/

3. Utilizzare FormaLMS

Come Max ci racconta in un ottimo articolo su elarnit, FormaLMS supporta le funzioni multi tenant. Questa piattaforma è un fork di DOCEBO, piattaforma e-learning italiana un tempo open source ora a pagamento. Il progetto è stato preso in mano da Elearnit.

http://www.formalms.org/

4. Leggere il paper sulla multitenancy in Moodle.

http://www.synergy-learning.com/wp-content/uploads/2012/05/Multi-tenancy-in-Moodle.pdf

E-learning trend

Google trend + elearning: avevo letto un post sul tema tempo fa, ed in effetti è divertente utilizzare Google trend per scoprire la frequenza con cui determinati fenomeni sono oggetto di ricerca, assegnando una dimensione alle diverse tendenze, confrontando le linee e misurandole nel tempo.

Così ad esempio: elearning VS Moodle. Molto simili gli andamenti, Moodle è in costante crescita da dversi anni. Veneto e Toscana le regioni dove è stata più cercata la parola elearning.

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Oppure vediamo elearning VS coursera. Coursera è un fenomeno ormai stabile con margini relativi di crescita. Il nord Italia molto interessato a Coursera, curiosamente il Friuli la regione più frequente.

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Ed infine coursera VS docebo. Bisogna riconoscere che docebo sta calando nel tempo, ma sopratutto, guardando le statistiche nazionali, emerge che Mantova è la fonte principale di ricerche (100 – Mantova – 1° posto, 20 – Como 2° posto, ect.). Chissà come mai…

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Novità ECM

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Formazione a distanza: dopo la recente modifica delle tariffe ECM – ora molto più convenienti  – altre novità da parte dell’AGENAS. Limite di 5 tentativi per i test di valutazione e crediti per i docenti; ne parla – con gli immancabili interrogativi – eLearnit in questo post.