Ci sono MOOC e MOOC

I MOOC rappresentano una importante novità nella formazione a distanza, come dimostrano i tanti articoli pubblicati su riviste e quotidiani (internazionali, in italia se ne è parlato poco purtroppo).  Se questo fenomeno non ha portato particolari innovazioni a livello metodologico, ed infatti le strategie didattiche applicate a questi corsi sostanzialmente non divergono da quelle già utilizzate normalmente nei corsi elearning, la vera novità sono i numeri raggiunti da queste iniziative: parliamo di migliaia di utenti, a volte oltre a 50.000 iscritti per ogni corso. Simili numeri hanno destato l’interesse di numerosi soggetti: a partire dalle università, che intendono ampliare la propria offerta formativa valorizzando le attività formative online, fino alle internet company, che intendono applicare a questo nuovo settore l’esperienza consolidata in altri campi del business online.

Le critiche ai MOOC sono molte e spesso giustificate: modelli didattici tradizionali e poco innovativi, alto livello di insuccesso formativo, obiettivi reali ben diversi dalla tanto decantata democratizzazione della formazione. Non ultimo il forte sospetto che sia in atto una privatizzazione della formazione, come ben dimostra la nascita di tanti soggetti privati che affiancano e supportano le università nell’erogazione dei corsi MOOC, soggetti che in seguito potrebbero esercitare un ruolo predominante nella gestione delle attività.  Infine, se queste iniziative avranno ampia diffusione, potrebbe verificarsi una sorta di colonialismo culturale, con le università nazionali relegate a un ruolo marginale nelle attività formative.

Ma è innegabile che la presenza di numerosi soggetti, che collaborano e competono tra loro  in uno scenario instabile e dinamico, favorisca il confronto tra modelli formativi differenti, e permetta di individuare le strategie didattiche più efficaci ed efficienti, stimolando e guidando la discussione scientifica in materia. Non sono semplici congetture, ma fenomeni che si stanno già verificando anche se in modo parziale e marginale. Le recenti scelte dell’ università americana di San Jose potrebbero inserirsi in questa prospettiva, rappresentando un primo segnale di una tendenza che si diffonderà in tutto il settore.

Attualmente l’università di San Jose collabora con due piattaforme MOOC: Edx e Udacity. Dopo aver avviato alcuni progetti pilota, ha recentemente annunciato la sospensione della collaborazione con Udacity, confermando invece le attività con Edx. I risultati didattici ottenuti, variavano a seconda della piattaforma utilizzata. L’articolo purtroppo non riporta nessuna riflessione didattica a riguardo e si limita invece a segnalare alcune dfficoltà organizzative che avrebbero potuto condizionare gli esiti dei percorsi formativi. A questo punto un’analisi critica della vicenda da parte di Udacity potrebbe essere necessaria, anche solo per limitare ulteriori defezioni e consolidare le collaborazioni attive.

After six months of high-profile experimentation, San Jose State University plans to “pause” its work with Udacity, a company that promises to deliver low-cost, high-quality online education to the masses.

San Jose State Provost Ellen Junn said disappointing student performance will prompt the university to stop offering online classes with Udacity this fall as part of a “short breather.”

Students in the edX experiment are actually doing better than normal San Jose State students. But not so for the Udacity students.

http://www.insidehighered.com/news/2013/07/18/citing-disappointing-student-outcomes-san-jose-state-pauses-work-udacity

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