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Medicina personalizzata

Coursera lancia il corso Case Studies in Personalized Medicine, Un’ottima occasione per fare un parallelo con il mondo della didattica, uno spunto da Stephen Dawnes.

Today this means taking account not only of illnesses and medications, but also cultural preferences, health care literacy and, increasingly, genetic information.” The same, of course, applies in learning. Different people respond differently to the same content.
Personalized medicine is topic of new Vanderbilt massive open online course

Moodle multi tenant

moodle

Definizioni

Multi-tenant. Una parola probabilmente misteriosa per molte persone, che però ha delle notevoli implicazioni pratiche e operative. La multi-tenancy è la capacità di costruire multiple istanze di un software a partire da una singola installazione.

Ad esempio, grazie a questa funzione è possibile installare una piattaforma e-learning in un server e da quella singola installazione creare differenti piattaforme “virtuali” tra loro separate e in parte indipendenti: ogni piattaforma avrà i propri amministratori, i propri utenti, i propri corsi e il proprio layout. Agiranno quindi in modo indipendente le une dalle altre, come se fossero piattaforme tra loro separate.

Limiti e vantaggi

Ovviamente vi sono dei limiti: riprendendo l’esempio precedente, il primo limite riguarda la schermata d’accesso, comune a tutte le piattaforme “virtuali”: d’altra parte finchè l’utente non verrà riconosciuto, non potrà essere assegnato a una delle piattaforme disponibili. Un ulteriore limite riguarda la presenza di utenti duplicati: non potranno esistere due utenti con la stessa username, anche se appartengono a piattaforme virtuali differenti.

Limiti in ogni caso trascurabili se paragonati ai vantaggi, che sono fondamentalmente due: a livello gestionale e a livello organizzativo.

A livello gestionale, grazie alla multitenancy vengono ridotti i costi legati al mantenimento dell’intero sistema: invece di dover effettuare la manutenzione e l’aggiornamento di diverse piattaforme installate separatamente, è sufficiente agire su una sola piattaforma, riducendo impegno e costi di gestione.

A livello organizzativo la multi tenancy permette di creare gerarchie complesse, separando i diversi ambiti operativi e dando loro autonomia, mantenendo allo stesso tempo un controllo generale dell’intero sistema. Questo secondo aspetto, come vedremo, rappresenta un elemento fondamentale per rispondere alle complesse esigenze presenti nelle aziende di medie e grandi dimensioni, spesso strutturate in modo complesso e decentrato.

Esempi

Vediamo alcuni esempi dove la multy-tenancy può essere risolutiva.

1. Azienda di medie dimensioni strutturata in più dipartimenti; ogni dipartimento deve mantenere una forte autonomia a livello gestionale, in modo da rispondere a esigenze formative specifiche e particolari.

2. Azienda diffusa nel territorio, con molte sedi che svolgono funzioni simili e quindi hanno esigenze formative simili, ma che devono comunque essere tenute separate per motivi di privacy e logistici.

3. Azienda internazionale che intende personalizzare i contenuti nelle diverse regioni del mondo,

4. Piccola azienda che intende utilizzare la piattaforma sia per il personale interno che per la clientela, riducendo i costi, ma mantenendo gli spazi comunque separati.

Questi pochi esempi evidenziano come la multi tenancy non comporti la semplice riduzione di costi di manutenzione, ma permetta di rispondere ad esigenze che altrimenti non potrebbero trovare una risposta, diventando così insostituibile in una serie di situazioni.

Moodle (no multi tenancy)

A questo punto bisogna fare una triste ammissione: Moodle non ha funzioni che permettano il multi tenant. E la soluzione non sembra in vista, come viene esplicitamente dichiarato qui:

  • Multi-tenant support
  • Project state CANCELLED

https://docs.moodle.org/dev/Multitenant_support

Un progetto avviato con buone intenzione nel lontano 2011, presentato anche durante un Moodle Moot in Irlanda (Moodle 2.3) , poi tramontato per le troppe difficoltà tecniche. Il 30 Maggio 2014 Martin Dougiamas (creatore di Moodle) lascia il messaggio finale sul tracker del progetto:

Closing this because it’s simply not going anywhere with core Moodle.

Una frase molto significativa. La multitenancy non sembra essere tra le opzioni di Moodle, nonostante vi siano situazioni in cui è indispensabile. E’ un chiaro limite di Moodle, da non sottovalutare, perchè tali situazioni sono diffuse, e potrebbero far emergere competitor differenti da Moodle.

Soluzioni e alternative

Ovviamente vi sono delle soluzioni, l’esigenza è diffusa come testimoniano i messaggi del forum, e quindi si cercano strade alternative.  Tra queste vi è un’idea italiana, di Andrea Bicciolo di Mediatouch, che prevede di utilizzare la funzione “cohort” in Moodle per gestire una Multitenancy “fittizia”. Un progetto interessante, ma ancora in divenire.

1. Corsi, utenti e layout filtrati per Cohort (in arrivo)

Due soluzioni (!) complementari, entrambi basati sulle cohort, potrebbero permettere di gestire un surrogato di multi tenancy. Da un lato il progetto 46401 di Mediatouch, che prevede di gestire layout e categorie di corsi separate in base alla “cohort” di appartenenza. Questa soluzione, parziale, tuttavia è bene notare:

Thanks to Andrea Bicciolo at Mediatouch for the idea – he estimated it would be suitable for 80% of his clients who want “multi-tenancy” in Moodle

Dall’altro c’è il progetto 48203, che prevede l’impiego delle “cohort” per separare gruppi di utenti durante il processo di iscrizione ai corsi. In questo modo un insegnante vede solo gli utenti che appartengono al proprio gruppo anche al momento dell’iscrizione.

Ci sono i tracker per entrambi i problemi, ma non è ancora stata trovata una soluzione. Ci vorrà tempo, due progetti paralleli e complessi, entrambi incompleti, ci sarà sicuramente da aspettare.

https://tracker.moodle.org/browse/MDL-28946

https://tracker.moodle.org/browse/MDL-46401

2. Utilizzare Iomad, un fork di Moodle open source

Iomad è una versione open source di Moodle con la multitenancy. Gestita da un’azienda scozzese, questo fork sembra funzionare bene: in Moodle, compare una nuova sezione che permette di visualizzare gli utenti e compiere altre operazioni in base alla cohort di appartenza. I dubbi non vengono dal sistema in sè, che sembra essere efficiente, ma dal suo aggiornamento rispetto alla versione ufficiale di Moodle, tutto da verificare.

http://www.iomad.org/what-is-iomad/

3. Utilizzare FormaLMS

Come Max ci racconta in un ottimo articolo su elarnit, FormaLMS supporta le funzioni multi tenant. Questa piattaforma è un fork di DOCEBO, piattaforma e-learning italiana un tempo open source ora a pagamento. Il progetto è stato preso in mano da Elearnit.

http://www.formalms.org/

4. Leggere il paper sulla multitenancy in Moodle.

http://www.synergy-learning.com/wp-content/uploads/2012/05/Multi-tenancy-in-Moodle.pdf

La seconda vita di Docebo

Grandi novità nel panorama e-learning italiano: Docebo, nota piattaforma e-learning italiana, riceve 2,4 milioni di euro attraverso il fondo di investimento (sempre italiano) Principia II. Due nomi importanti del web italiano, un investimento rilevante ed infine un particolare molto curioso: Docebo non è più una piattaforma open source. Decisamente gli ingredienti per una storia inaspettata ed  interessate, vediamo in dettaglio chi sono i protagonisti.

Principia, una delle maggiori realtà del venture capitalism italiano, finanzia progetti di innovazione tecnologica e imprenditoriale. Attraverso 2 fondi di investimento, gestisce 90 milioni di euro circa. Tra i soci vi è il CNR e la fondazione BNC. Tra le società su cui ha investito (tutte italiane) vi è Banzai, un nome noto del web italiano, che ha ideato e finanziato alcune delle iniziative italiane più interessanti (tra le varie, il Post, il giornale online diretto da Luca Sofri).

Docebo è la più nota piattaforma e-learning italiana. L’unica conosciuta a livello internazionale, nasce nel 2005 come piattaforma open source. Molto semplice e solida, SCORM compatibile, rappresenta una soluzione apprezzata in ambito aziendale e scolastico. La community, piccola ma attiva, vede sempre presente il suo fondatore, Claudio Erba.

L’investimento sembra orientato a un cambio di strategia da parte di Docebo, che diventa “software as service” e offre un pacchetto tutto incluso mensile. Eventuali contenuti precaricati, una soglia di utenti/mese, un occhio per la versione mobile, disponibile in oltre 25 lingue: ottimi numeri, in un mercato, quello dell’elearning, che sembra finalmente prendere forma anche in Italia.

Il prezzo da pagare è l’addio al mondo open source: ma alla fine non è un prezzo così amaro, la versione 4.05 rimane open source, mentre la community è stata presa in gestione dai ragazzi di Elearnit. Una scommessa, anche questa interessante ed innovativa.

Link

Grandi cambiamenti

… tutto quello che non è ancora avvenuto nell’e-learning, sembra che stia avvenendo in un campo fondamentale, l’editoria.

quanti lettori fluiranno ordinatamente altrove, nel momento in cui la gran parte dell’offerta editoriale passerà a pagamento? E dove andranno?Uno scenario del genere, dimenticando per un istante il dramma dei conti dell’industria editoriale, apre anche concrete e grandi attese per un universo delle news più piccolo e alternativo, fino a ieri relegato alla periferia ma comunque esistente, cresciuto in maniera disomogenea in questi anni e fatto di blog, siti di nanopublishing, quotidiani locali e magazine tematici solo web. I cambiamenti in atto, per la prima volta, rendono plausibile la sussistenza di nuovi progetti alternativi. Chiunque di voi desiderasse aprire un quotidiano su Internet sappia che oggi, nel momento in cui i grandi gruppi editoriali si accordano per chiedere soldi per i propri contenuti in rete, è il momento giusto per scendere in campo.

Mantellini

Aspettative didattiche

Let me explain the psychology using grammar. My background is teaching English, and the psychology of reading correlates to the psychology of learning. This quick grammar analogy makes the conditioning clear. When we use a subordinate clause, we create expectation. Look at how that last sentence starts:

When we use a subordinate clause,

That is a subordinate clause, also called a dependent clause. Readers experience a natural expectation reading such clauses because they know the clause is incomplete—grammar conditions readers to anticipate the completion of that thought:

…we create expectation.

Templates create similar expectations, which is why designers make headings consistent in font and font size. Consistent choices say, in effect, “Hey learner, this is the header for this screen.” A smart template can say a lot.

Don’t Look at the Designer Behind the Curtain

Un wiki come intranet

Wikipedia è un’ottimo esempio delle potenzialità dei wiki collaborativi: i suoi risultati sono visibili a tutti e, nonostante critiche e note, rimane uno strumento molto utilizzato.

E’ possibile trasportare questo modello anche nelle imprese? Il caso di studio proposto sul sito e-gineer, sembra dimostrare di si: la Janssen-Cilag, azienda australiana che fa parte del gruppo Johnson & Johnson, ha sostituito la propria intranet con un wiki, e i risultati sembrano ottimi.

Lo studio inizia descrivendo il processo che ha condotto all’adozione dei wiki. Interessanti i tre principi base:

  1. We need a system where editing is immediate and very simple.
  2. Getting
    people to contribute at all is hard, so we need to concentrate on
    letting people do things rather than worrying about what they shouldn’t
    do.
  3. The risk of letting anyone change anything is low, since
    we’ll keep a complete history of changes so we can quickly undo
    mistakes and we can hold irresponsible individuals accountable for
    anything improper. (Reactive moderation rather than Proactive
    moderation).

La piattaforma utilizzata è stata, anche per i motivi appena citati Confluence by Atlassian. La formazione per utilizzare questo wiki è stata minima, includendo un video, il supporto personale e una guida dettagliata. I risultati non si sono fatti attendere: quasi 200 persone hanno editato il wiki nei mesi successivi alla sua implementazione. La semplicità è  stata la formula vincente, che ha permesso di ottenere questi risultati:

Implemented with usability and simplicity as the key focus, a Wiki is a
fast, cheap and highly effective way to run an Intranet. Users do not
perceive our Intranet as a Wiki, with all the anarchistic overtones
that brings. Rather, they see the simplicity and flexibility as a
natural evolution of Intranet technology.

Da tempo, l’elearning vede i wiki come un possibile strumento didattico : per diversi motivi la loro applicazione , è però limitata al mondo della scuola e all’università. Se questo strumento entrasse in azienda, come mostra questo caso di studio, potrebbero essere possibili interessanti soluzioni tra formazione e lavoro.

Our Intranet, the Wiki: Case Study of a Wiki changing an Enterprise

via elearnspace