Identità 2.0

Prima di affrontare preoccupazioni didattiche e altro, un corso online, dovrebbe confrontarsi con il problema dell ‘identità digitale. Per un semplice motivo: se le interazioni sono al centro di un processo formativo, � difficile che queste avvengano o che risultino efficaci, in assenza di una identità definita. Fenomeni come il lurking, penso, potrebbero essere collegato proprio alla difficoltà di costruirsi un’ identità on line.

Certo l’ identit� si costruisce anche attraverso l’ interazione, e sicuramente è un processo co-evolutivo quello che interessa entrambe. Ma il loro rapporto non si esaurisce con la semplice equazione identità = interazioni. Non si tratta di stabilire chi viene prima o chi è la causa di cosa ma piuttosto di prendere atto di un problema e valutarne i rimedi.
In una situazione reale le nostre azioni sono sempre valutate e declinate secondo l’ identità che abbiamo o proponiamo: anche senza conoscere il nostro interlocutore possiamo sempre contare sull’ identità che il nostro aspetto fornisce. Online è più difficile: il timore di sbagliare, di essere valutati in modo negativo, senza la barriera di un’identità solida e sicura, può ridurre le possibilità di interazione. Ma senza interazioni è ben difficile costruirsi un ‘indentità. Gli incontri in presenza servono proprio a questo, facilitare le interazioni on-line .

Escludendo quest’ ultima soluzione, quali altre strade rimangono? I servizi web 2.0 , secondo me, fanno una cosa molto utile: semplificano il processo di costruzione dell ‘identità, creando un’ interazione indiretta con gli altri, quasi costringendoci ad interagire.

In che modo? Prendiamo Flickr e Delicious: io uso Delicious perchè � comodo, ho tutti i link preferiti al sicuro, sono ben organizzati e aggiornati. Se qualcuno li vedesse probabilmente si farebbe una certa idea di me, che potrebbe essere la base per la nostra interazione. O pensiamo a Flickr: le foto le metto per farle vedere a una persona ben precisa, ad un mio amico, ad un mio parente (o ai miei compagni di master), non penso certo a mostrarle ad uno sconosciuto. Ma adesso sono online, e perdipi� pubbliche (“tanto io non ci sono” avevo pensato) : mi sono costruito (una parte di) identit� e non me ne sono neppure accorto. Avere un’ identit� on -line poi , non significa solo facilitare le interazioni con gli altri: significa anche “prendersene cura” e sicuramente � pi� semplice adattarne una costruita involontariamente, che costruirne una da zero. Chiudo con una citazione dal libro che sto leggendo (purtroppo lentamente):

L’aspetto fose pi� universale dell’ esperienza umana � il fenomeno del s� e sappiamo che l’educazione � essenziale per la sua formazione. Chi si occupa di educazione dovrebbe averlo sempre presente.

j. Bruner La cultura dell’ educazione.

Ok adesso vado a mettere la foto.

PS: non c’e’ ellg tra gli esempi perch� nel prossimo post lo volevo confrontare ad un servizio on-line che gli � molto simile e che a me piace molto.

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