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Piccoli salti

Sto leggendo Mestiere di scrivere. E’ un piacere scoprire minuscole emozioni, racchiuse tra il batter di ciglia.

… sono sconsigliate le parole scritte interamente in maiuscolo … perchè l’occhio si sofferma più volentieri sul piccolo salto che deve fare per passare dal maiuscolo al minuscolo.

L. Carrada Mestire di scrivere

Helvetica

Sempre sotto gli occhi eppure sconosciuti. Raramente qualcuno sa riconoscere il carattere tipografico –font in inglese – utilizzato in un testo. Generalmente ci si ricorda il nome di quel paio di caratteri intravisti nella barra di formattazione di Word, senza neppure esser ben in grado di descriverne le caratteristiche. L’universo tipografico si limita a queste banali incursioni, ignari delle microscopiche e affascinanti sfumature, che pure si possono cogliere a colpo d’occhio. Non sono un’esperto di tipografia, le mie esperineze si limitano a quelle appena descritte, ma aver visto Helvetica, un avvincente documentario sull’argomento, ha risvegliato il mio interesse. Scoprendo così un mondo molto affascinante.

Oltre, ad essere il titolo del documentario, Helvetica è un font nato in Svizzera nel 1967. A 50 anni dalla sua nascita questo font è ancora molto apprezzato e diffuso in tutto il mondo. Depliant, cartelloni pubblicitari, loghi aziendali, segnali stradali: lo incontriamo probabilmente tutti i giorni, senza neppure rendercene conto. Ma il suo successo non si ferma alla carta stampata. Arial, parente stretto dell’Helvetica, è il font utilizzato nei sistemi operativi, sia in Windows che in Macintosh.

Quali ragioni giustificano tanto successo? Il documentario le racconta con le parole di designer ed esperti, e c’è da rimanere a bocca aperta di fronte a descrizioni tanto fluenti ed entusiasmanti, quasi si parlasse di capolavori d’arte perfetti ed ineguagliabili. Helvetica, del resto, non è un font qualsiasi: è il font moderno per eccellenza. Elegante e molto leggibile, ha una qualità rara e fondamentale: essere neutro, non portare con sè nessun significato. Per questo è stato adottato in tanti differenti contesti e continua ad avere un successo mondiale.

Il documentario, oltre ad essere veramente interessante, è una buona occasione per avvicinarsi al mondo dei font, e scoprire le minuscole ma affascinanti differenze che lo articolano. E magari riconoscere così i font che si hanno davanti agli occhi. Quello che state leggendo è Verdana.

Per approfondire:

la voce in wikipedia: curata e con molte immagini, un ottimo inizio per capire le differenti famiglie di font.

Arial VS Helvetica: nato nel 1982 Arial presenta delle minime differenze rispetto ad Helvetica. Probabilmente creato per superare i limiti del copyright.

A lesson in typography: un semplice tutorial, veramente chiaro e “tipografico”

Il trailer del documentario:

2007

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Finisce l’anno: il momento migliore per fare il punto della situazione, con un bilancio del 2007. E voi di cosa avete parlato quest’anno?

I Post del 2007

La conquista dello spazio

Tarkosky, Kubrik, internet e l’intelligenza artificiale

L’ Economist e le tecnologie didattiche

Uno dei dibattiti più interessanti quest’anno. Sono utili le tecnologie nell’educazione?

CRASH COURSE IN LEARNING SUMMARY e Chaty moore: Dump the drone

Due ottime presentazioni sulla progettazione elearning (il primo tradotto in italiano). Da sommara al recente Clive Sheperd: 60 minute master

Openlearn

OER (Open educanional Resouces) della Open University. Da visitare.

Fumetti educativi

Un tocco umano ai propri corsi? Lo staff grafico di SUN offre queste immagini con licenza creative commons.

Podcast e Roma

Gli ottimi podcast di storia di Laterza: i migliori ascoltati quest’anno

Mappe xxl

Poster concettuali

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I software del 2007:

Launchy (Dimenticare il pulsante Start)

Windows Live writer

StumbleUpon ( Serendipity totale)

 

Ok finito. Buon Anno a tutti!!

 

Krusciov in Podcast

 Al contrario della sua sorella televisiva, radio rai propone trasmissioni di alto livello culturale, e di sicuro interesse. Esco giusto ora, da una due giorni su Krusciov e il 1956, l’anno del XX congresso, quando i crimini di Stalin furono condannati.

Che dire? Grande rigore storico, attenzione agli eventi, a fatti e alla loro concatenazione, con alcuni balzi in avanti – la perestroika, gorbaciov, i giorni nostri.

Ancora più notevoli i ritratti storici – in particolare quello di Stalin e la descrizione della sua morte, un’ironico contrappasso del potere detenuto-, la cura di inserirli nella dimensione quotidiana, il soffermarsi su minimi particolari, la Pravda, gli annunci radiofonici, la spartana dacia di Stalin, il palazzo di Beria e le sue celle sotterrane; queste descrizioni rendono tangibile “lo spirito del tempo” dell’arcipelago sovietico, un impero confuso, molto diverso dall’appiattita immagine che la propaganda anti-comunista ha offerto e ancora oggi offre.

1956: Krusciov contro Stalin