Le tecnologie e l’educazione: il dibattito sull’economist

Il dibattito sull’educazione dell’Economist è inziato: sono stati scelti gli argomenti che saranno discussi; già sono disponibili i primi opening statement e i successivi rebate.

Il primo tema scelto:

L’introduzione continua di nuove tecnologie e media ha migliorato poco la qualità dell’educazione.

PRO o VERSUS?

Onestamente ho trovato molto più convincente l’opinione PRO. Diversi motivi mi hanno portato a questa considerazione: innnanzittutto il taglio meno accademico e concreto adottato.

SIR JOHN DANIEL (PRO)

Ha argomentato meglio, riferendosi a problemi concreti e reali ed individuando obiettivi comprensibili. La sua analisi è partita defininendo quali obiettivi dovrebbe raggiungere l’utilizzo delle tecnologia nell’educazione:

  • aumentare la quantità e la qualità dell’educazione
  • ridurne i costi

Questi obiettivi sono raggiunti raramente, e cita, come raro esempio positivo la Open University (sarebbe interessante ricevere delle informazioni a riguardo). Gli esempi negativi invece abbondano: questo perchè le tecnologie sono un semplice giocattolo aggiuntivo per l’insegnate, senza aumentare il numero di studenti raggiunti, nè migliorare la qualità dell’insegnamento perchè molto spesso mancano le competenze per utilizzarle. Interessante una delle osservazioni finali, che puntualizza come le tecnologie sono megliio utilizzate in contesti nuovi rispetto a quelli già esistenti.

Nel rebate ha puntualizzato come il processo di apprendimento scaturisca dal relazionarsi con altri individui e che il vero obiettivo delle tecnologie dovrebbe essere quello di facilitare la comunicazione.

ROBERT B. KOZMA (VERSUS)

Ha basato la sua argomentazione su dati statistici e ricerche condotte sul campo: interessanti i risultati relativi alle diverse metodologie didattiche adottate, condizionati dall’argomento cui sono applicati (matematica piuttosto che scrittura ect.). Per il resto le sue argomentazioni mi sono parse nebulose e fini a se stesse, spesso viziate dal gergo accademico e incapaci di cogliere il vero “nodo della matassa”.

Nel debate ha risvegliato il mio interesse citando il caso dei Knowledge Forum e lle ricerche di Scardamalia e Bereiter.

In sintesi

Aldilà delle opinioni espresse, Sir John Daniel ha espresso un argomento solido: quali dovrebbero essere gli obiettivi che le tecnologie possono offrire all’educazione (qualità, quantità, minori costi). In questo modo è semplice valutare gli effettivi risultati, senza dover coinvolgere astratti principi teorici. Inoltre ha indicato come dovrebbero essere raggiunti questi obiettivi: maggiore specializzazione e divisione del lavoro; su questi argomenti ho qualche dubbio in più, ma penso che un tema del genere merita di essere sviluppato: in effetti sono proprio questi principi quelli che hanno permesso di raggiungere risultati positivi in altri campi. Infine proporre l’idea di adottare le tecnologie in sistemi educativi rinnovati è siuramente interessante e vincente (collegata per certi versi al movimento del deschooling no?). Un paio di apprezzamenti finali:

  • Sir John Daniel ha accennato alle Open Education Resources come il nuovo strumento magico che dovrebbe cambiare l’educazione (ma probabilmente non ci riuscirà);
  • raggiungere gli obiettivi sopra indicati attraverso le tecnologie è un traguardo distante: far sembrare le tecnologie ad un passo dal raggiungerlo significa solo venderle (mica un riferimento al caso Learning Object? naaa…).

Unica nota negativa del dibattito: forse dovevano dare entrambi più spazio alle tecnologie come strumento di comunicazione e interazione, e sviluppare sin dall’inzio questo argomento.

LINK

Il dibattito dell’Economist

Le ricerche di Scardamlia e Bereiter (articolo di G. Bonaiuti)

Open Education Resources

OpernLearn

foto di bowbrick

2 thoughts on “Le tecnologie e l’educazione: il dibattito sull’economist

  1. Gianni Marconato

    Grazie per la sintesi. Continua così anche co i prossimi dibattiti.
    Nel merito, Sir John Daniel è stato uno dei padri della OU ed è quindo naturale che ne parli bene. Condivido, comunque, il giudizio di valore dell’operato della OU, una mosca bianca, assieme agli spagnoli della Universidat Abierta della Catalogna, i tedeschi del FernUniveristiet di Hagen, un paio di nordi di cui non ricordo il nome
    Daniel evidenzia però le opportunità più che i fatti. I fatti, purtroppo, parlano di molte più applicazioni andate a male che andate a buon esito.
    Ecco il pericolo di “cattivi” usi di cui parlavo nel forum O&D

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  2. Lorenz Post author

    Sei un pozzo di scienza Gianni!

    Già da qualche settimana, pensavo di proporre questo tema alla comunità, soprattutto per l’approccio pratico e solido di Sir Daniel, che lascia poco spazio a vaneggiamenti teorici. Che ne pensi?

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