Piano Concerto no. 21 in C major, K. 467: II. Andante – Mozart

E’ un concerto per piano, quindi è il piano il vero protagonista: è necessario attendere il suo ingresso per comprendere l’esatto significato dell’intero brano.

E il piano si fa attendere: archi, viole e ottoni, preparano l’atmosfera suonando la principale melodia, rispondendosi a vicenda, sempre accompagnati dai pizzicati profondi, che muovono l’intero concerto.

Il piano emerge così, muovendo pochi passi, inizialmente quasi incerti, poi via via trovando sicurezza, riprendendo le melodie iniziali, e iniziando lo scambio con viole e violini.

Che pian piano, dopo aver lasciato spazio al tintinnare scandito dei tasti del piano, riprendono scena: ma ormai è tardi, e il piano continua a dirigere questa lenta passeggiata per un giardino d’inverno, e quando è soffocato dalla profusione delle viole e dei violini, riprende i suoi passi.

Il gioco di echi, le melodie che passano da uno strumento all’altro, l’equilibrio con cui tutti convivono, il passo, a tratti mosso e incerto, a tratti tintinnante e deciso, sospinto da queste cupe viole di sottofondo, è un vero capolavoro.

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