Perchè i centri di formazione non fanno Elearning

Questa riflessione nasce da  commento di Alberto sul blog di Gianni. Premetto, è un opinione molto personale e probabilmente parziale. Sarebbe interessante da discutere.

Cito:

ANZI sto incontrando aperture notevoli e stimolanti – nei confronti dell’elearning ndr – . Solo che le incontro in ambito aziendale e non (come sarebbe lecito aspettarsi) in quegli enti che occupandosi di formazione dovrebbero essere i primi a sollevare questioni di metodo e didattica.

Onestamente mi sarei sopreso del contrario. Dati alla mano, ci sono ben pochi centri di formazione che fanno anche Elearning. Del resto i global player, le aziende che offrivano un pacchetto integrato, elearning + formazione in presenza sono rapidamente scomparsi, ritornando sui propri passi.

Ma perchè? Per comprenderlo bisogna fare un passo indietro e chiarire un concetto. Il termine elearning raccoglie ambiti della formazione a distanza profondamente differenti. Lo si usa per comodità, perchè ormai è entrato nel linguaggio comune e forse è meglio così, piuttosto che rischiare una selva di termini astratti e incomprensibili. Perdipiù questi due ambiti -elearning 1 e elearning 2 -,  si integrano poco pure tra di loro. Chi opera nel primo, spesso non opera nel secondo e vicerversa. Quindi, per rispondere alla domanda “Perchè i centri di formazione non fanno elearning”, è meglio considerare i due ambiti in modo separato.

Elearning 1

In questo ambito ci sono i learning object. Un azienda che opera in questo settore, avrà a disposizione dei progettisti che scrivono i corsi e dei programmatori in grado di realizzarlo. Un centro di formazione, ovviamente, non ha a disposizione queste competenze, quindi – come è ovvio – non fa elearning. Si potrebbe obiettare che un centro di formazione potrebbe limitarsi solo alla progettazione, e lasciare lo sviluppo ad un’azienda esterna. Ma non è così. Infatti, come già detto, i learning object hanno a che fare fino ad un certo punto con la didattica, per il resto sono più orientati alla comunicazione. Si può ben fare un learning object, rispettando tutti i principi didattici che si vuole, ma se poi il corso è noiso, i testi audio e video poco azzeccati, le interazioni complesse e frustranti, è difficile che possa essere efficace. Sono competenze diverse rispetto a quelle richieste ad un formatore in presenza.

Rimane un ultimo punto: perchè un centro di formazione non compra, e poi propone ai propri clienti i Learning Object. Non conosco bene le logiche di mercato, ma mi viene in mente un esempio. I manuali, che so cucina, sotria, etc., dove li compri? Chi li produce? I centri di formazione? Ovviamente i manuali li compri in libreria e li producono le case editrici, semplicemente perchè questo è il loro lavoro. E poi, perchè ci dovrebbe essere un ulteriore intermediario? Non conviene alle aziende rivolgersi direttamente alle aziende Elearning?

Elearning 2

Qui non si parla più di Learning Object. Si parla di collaborazione, di interazioni tra gli studenti e il docente attraverso forum, wiki etc. Questo campo ha un taglio sicuramente più pedagogico: in ballo ci sono le attività didattiche, lo studente deve essere seguito, e via dicendo. Onestamente questo settore lo conosco  poco, ma alcuni spunti di riflessione pure mi vengono in mente. Ad occhio, mi sembra che università ed aziende preferiscano gestire internamente questa tipologia di attività. Preferiscono non rivolgersi ad aziende esterne, ma controllare il processo da vicino. Non conosco bene i motivi, e probabilmente ce ne sono più d’uno: risparmio, migliore visione strategica, migliore controllo sulle informazioni aziendali, chissà…

E’ un opinione debole, e sarei molto curioso di sentire le impressioni di chi ne sa di più. Dico debole, perchè penso che sia più efficace un centro esplicitamente dedicato a questa attività,  che potrebbe raggiungere migliori risultati con maggiori risparmi. Del resto come Gianni indica, il risultato di questa situazione è un insieme di pre-precari poco motivati. Invece i modelli efficaci, nascono in modo indipendente, come spiegato in questo dibattito dell’economist.

3 thoughts on “Perchè i centri di formazione non fanno Elearning

  1. Alberto Pastorelli

    A dire la verità per alcuni anni mi sono occupato di elearning proprio in un ente di formazione che ha investito molto sia in LMS che in un catalogo enorme di corsi online, quindi non è esatto che un ente di formazione non compra.
    I manuali di cucina che trovi in libreria li hanno pubblicati delle case editrici, ma li hanno stampati delle tipografie, li hanno scritti degli scrittori, e li stanno vendendo delle librerie: direi che di passaggi intermedi ce ne sono diversi!
    Il punto vero è che l’elearning non è fatto di Learning Object, LMS, Forum, chat, aula virtuale… non è fatto di tecnologie ma di processi che impiegano queste tecnologie per fini didattici.

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  2. Max

    Anch’io lavoravo assieme ad Alberto: in quel caso, l’ente di formazione aveva sì comprato i corsi ma poi non era stato in grado di integrarli all’interno della sua progettazione didattica, per questo poi li ha abbandonati. Infatti, come dice Alberto, la questione è integrare le tecnologie nei processi.
    Sul fatto che esistano produttori di LO che sono una roba diversa da chi si occupa di collaborative e-learning, la cosa è vera ma dovrebbe essere compito degli utenti finali (al limite aiutati dai consulenti…) mettere insieme le 2 cose in un processo didattico coerente.
    Quello che noto adesso (sto facendo opera di evangelizzazione e sto contattando tutti gli enti di formazione della nostra zona, Modena) è:
    – molti si sono scottati con progetti mal progettati e non flessibili, per cui per molti la “FAD” è una parolaccia;
    – hanno paura di essere “sostituiti”: paura irrazionale, visto che nessun sistema può sostituire in toto l’esperienza d’aula
    – non ci vedono un business
    – hanno già abbastanza lavoro così: vero che il FSE è calato, ma ci sono i fondi interprofessionali per cui dicono “chi me lo fa fare”
    – spesso, non hanno personale o dirigenti in grado di capirne le implicazioni
    ecc. ecc.

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  3. Lorenz Post author

    Ciao Alberto e Max

    Da qualche settimana sto leggendo il vostro blog, e aspettavo giusto l’occasione di conoscervi: questa discussione mi sembra ottima.

    Sono d’accordo con voi: processi didattici, non tecnologie. Del resto, la distinzione che avevo indicato – le 2 tipologie di elearning – è una distinzione basata su strategie didattiche differenti. Gli obiettivi didattici – introdurre un argomento, descrivere un prodotto, sviluppare delle competenze complesse – giustificano quale delle due adottare.

    Per tornare invece alla vostra esperienza, trovo significativo che un centro di formazione non sia riuscito ad integrare i Learning Object nella propria progettazione didattica. Il sospetto è che non sia stato un caso isolato e che questa carenza sia strutturale: i Learning Object si integrano male con altre attività didattiche, per diversi motivi. Pensate ad un testo, un documento word, qualcosa di simile: costruire un’attività didattica in presenza -con le competenze adeguate – non è complesso. Fare lo stesso con un Learning Object diventerebbe pressochè impossibile: orientarsi tra le pagine, cercare il testo, è molto più stressante e noioso.

    Avere un catalogo enorme poi, è discretamente inutile: perchè in genere le aziende preferiscono avere un Learning Object costruito su misura, ritagliato sui contenuti desiderati, in grado di rispondere ad esigenze specifiche: questo corso, questa azienda, questo contenuto. Già la prossima volta -stessa azienda, stesso corso- potrebbe essere necessario costruirne uno di nuovo, piuttosto che modificare quello esistente. Qui spiego il perchè

    La mia impressione è che se un centro di formazione dovesse fare elearning, converebbe adottare il secondo modello: quei processi possono essere meglio integrati con delle attività didattiche in presenza. Rimane il problema di fondo, cioè la tendenza a gestire internamente le attività didattiche. Ma ripeto, qui non ho molta esperienza: di certo la collaborazione non è proprio semplice in un contesto aziendale….

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