Tra tutti, se c’è un termine per me profondamente evocativo, è quello di ambiente di apprendimento. Aldilà di quasiasi orbita teoretica e scientifica, è la personale declinazione che avverto, quella che veramente m’affascina. Ambiente di apprendimento: un abisso dove emergono i pensieri più profondi, dove abitavano gli antenati del nostro io, gli stessi che hanno contribuito a conquistarlo, nell’affermarsi di una personalità unica e conclusiva. Il vago languore che emana il tramontare di epoche lontane, apre una parentesi tra quello che siamo e siamo stati: non è un luogo reale, solo l’ intreccio tra i suoi oggetti e i ricordi che evocano, illuminati dalla prospettiva che il nostro permanere crea, questo è il nostro ambiente personale di apprendimento.
elearnpress
Elearning e altro
http://www.sapergalleries.com/Gonsalves_Tributaries.jpg
http://www.discoverygalleries.com/ArtistSlideShow.asp?image_id=419&artist_id=23&category_id=2
Le immagini che mi evoca la tua prospettiva mi rimandano, e trovano àncore volanti, in queste di cui qui sopra, che m’incantano e che forse, già fanno parte del tuo ambiente. A questo artista canadese, al suo realismo magico. Che a sua volta, seguendo la natura degli affluenti, come delle influenze, termini chiave nel contesto di ambiente di apprendimento personale, richiama un immaginario arcaico, chissà dei miei antenati sconosciuti, che a tratti ho ritrovato tanto familiare, quanto a volte sgargiante di nuovi stimoli e simboli. E seguendo il suo flusso, si arriva immediatamente a Escher, ai suoi movimenti infiniti.
Ecco, ora mi chiedo se davvero, come scrivi tu, esista una personalità unica e conclusiva. Credo di più in quel permanere che crea, e non cessa di andare, di cambiare, di guardarsi indietro ma andando avanti, que el camino, se hace al andar.
Ma ce la faranno i nostri eroi a creare un comune ambiente di apprendimento, partendo dal personale…? ^__^
a ver,
P*anda(ndo)
ma chissà…. sarà una questione di concime? 😉